25 aprile, festa della liberazione da tutte le oppressioni.

Il 25 aprile la festa per eccellenza, il giorno in cui americani e partigiani ci salvarono dalla guerra e dal fascismo e ci ridiedero la libertà. Mio nonno era stato fascista, i miei zii hanno portato nomi come Benito e Vittoria, e mi raccontava quando ero piccolo il dramma della guerra e dell’oppressione. Viveva in una città del nord per lavoro era ferroviere ed aveva una speciale categoria. Avendo partecipato alla prima guerra mondiale quella del 1915 non partì per la seconda ma ne parlava, però,  come fosse stato al fronte e criticava l’assurdità della violenza subita dalla popolazione civile da parte dei fascisti e dei nazisti tedeschi. La fame, la borsa nera, la mancanza di medicinali, il coprifuoco, le bombe abbandonate per strada inesplose, le rappresaglie e l’impossibilità di studiare per i suoi figli. La guerra del male la chiamava. 

Mia nonna, invece, era più sorniona e la vedevo sorridere di nascosto ai racconti delle storie di guerra fatte da mio nonno. Storie che raccontava solo in quella giornata di festa per il resto dell’anno diceva che non voleva ricordare e voleva godersi la libertà di sorridere. Il 25 aprile era la festa della liberazione dalle oppressioni e dal fascismo ed era la festa in cui mio padre invalido di guerra e mio nonno ferroviere si fermavano per strada a salutare tutti gli amici per ricordare le vecchie storie. E poi, compresi noi bambini si andava tutti alla manifestazione con la banda in testa. 

Non lo è mai stata una festa contro qualcuno ma era ed è la festa della libertà di tutti. Ricordare la storia passata e gli errori per non rifarli.

Quanto ad oggi dobbiamo ricordare lo sforzo dei tanti per ridarci la libertà che abbiamo vissuto in questi anni e per non dimenticare che la libertà è un diritto costituzionale conquistato da tanti morti e da tante battaglie. 

Ma oggi?

Ed è per questo che oggi voglio festeggiare il 25 aprile ricordando il passato e le atrocità della guerra ma con lo stesso impegno voglio liberarmi dalla schiavitù e dall’oppressione della burocrazia italiana.

A forza di regole create negli ultimi decenni siamo diventati il paese delle multe, dei contratti di servizio, dei riti della concertazione, di appalti infiniti, della magistratura oppressiva, dei tempi assurdi, delle risposte inevase e della mentalità “meglio non far niente che sbagliare”. La burocrazia, complice una politica distratta, ha preso il sopravvento sulla iniziativa privata e civile facendo da padrone sulle nostre vite e bloccandoci sul fondo del barile. La burocrazia sta creando i mostri che ci spaventano lungo la strada della ripresa che ci assillano durante i nostri tentativi per uscire dalla recessione in cui siamo caduti. 

L’impegno di tutti dovrebbe essere di liberare l’Italia dalla burocrazia, di cancellare tutte le leggi inutili e ridondanti, di buttare tutte quelle procedure che sono orpelli alla libertà. Sarà un impegno lungo e faticoso, specialmente in questo periodo economico di Covid-19  su cui ci stiamo incamminando ma spero che facendo tutti  la nostra parte il prossimo anno si possa festeggiare il 25 aprile anche raccontando per strada agli amici, come faceva per strada mio padre e mio nonno, le atrocità della burocrazia e della cattiva gestione della cosa pubblica perché cosa passata. Io ci provo.

Buona festa della Liberazione. Auguri.

Giuseppe Esposito 

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