Sta finendo l’epoca del fondamentalismo moderno.

Sta finendo l’epoca del fondamentalismo moderno, quello verbale, quello religioso, quello di appartenenza.

Quel fondamentalismo intriso di egoismo che negli ultimi anni è diventato il sinonimo, nuovo, della violenza esercitata tra le persone. Il fondamentalismo contro gli ultimi. i diversi, la squadra di calcio, la politica, il condominio e il contrario. Il fondamentalismo che ci fa ritenere detentori della verità assoluta anche se poi spostiamo i nostri obiettivi a secondo degli umori e delle convenienze. 

Fondamentalismo contro. Contro chi? Tutti e tutto. 

Negli ultimi decenni siamo stati tanto impegnati e ciechi nella nostra vita quotidiana correndo molto per risolvere questioni spesso inutili nell’arco della giornata ed, allora, con il fondamentalismo, apparentemente si risolveva la mancanza di tempo per pensare e per riflettere. Il fondamentalismo ci indicava la strada più semplice nei rapporti umani. Ci sentivamo pieni di coraggio e più forti perché gli altri facevano la stessa cosa o coprivano le nostre azioni. Il pensiero unico dell’intolleranza fondamentalista avanzava. Contrastato solo da qualche voce pensante che spesso veniva isolata e bollata come “indegna” da questa o quella fazione. 

Sta finendo l’epoca del fondamentalismo moderno.

Dopo decenni di politica sociale fondata sul becero fondamentalismo, sulla rimozione dei rimorsi e dei rimpianti, sulla strada più semplice per raggiungere l’effimero traguardo sta arrivando alla fine.  L’atteggiamento passato era e rimane suicida per il genere umano.

Sta arrivando alla fine , almeno, lo spero confortato dai deboli segnali a cui assistiamo in questi giorni di “reclusione civile” a causa del Covid19, .

Restando a casa, forzati dal pericolo di contagio, impauriti dalla domanda sul fine vita nostro e dei nostri cari ricominciamo a valutare le nostre azioni dividendole tra giuste e sbagliate.  Ricominciamo, finalmente, a dare il valore alle parole e ai discorsi. Riflettiamo prima di parlare e alcune volte non parliamo dopo aver riflettuto. Ci godiamo i silenzi nostri e altrui e accettiamo l’affetto vero delle persone a noi care. Le mogli, i mariti, i figli, i nipoti…. e siamo proiettati a far crescere il nostro futuro. Un futuro che è fatto da persone che stanno insieme, che combattono per stare dalla stessa parte, quella dei “buoni”, che anelano la verità, che vogliono metterci la faccia nelle decisioni e che non cambino solo per accontentare la piazza. Persone che conoscono i propri limiti e accettano quelli degli altri. Scossi dalla paura abbiamo riscoperto sicuramente il rapporto con noi stessi e con gli altri. 

Ora dobbiamo crescere nei ragionamenti, esercitarci a riflettere, a farci delle domande e fondamentalmente a darci delle risposte di convivenza civile. Chi sono gli altri per noi?

Nella speranza che questo stato di cose passato rimanga come un macigno sulla nostra coscienza e sia di stimolo per il prosieguo.

Giuseppe Esposito

2 commenti

  1. Ancora una volta è un piacere leggerti e dalle tue parole partire con riflessioni nuove, con uno spirito scevro di inutili fardelli preconcettuali, per rileggere i propri passi e per orientare al meglio quelli che verranno.
    Lo smarrimento dei primi giorni di questa follia così difficile comprendere, soprattutto per coloro che hanno l’abitudine di osservare la realtà attraverso i numeri, cercando chiavi oggettive di lettura, inizia a trasformarsi in voglia di rivincita, ma non per questa follia attuale, per la follia che ci ha visti nascere e crescere in una realtà inaccettabile, distorta, inumana. Allora oggi il pensiero non va a come tornare a fatturare, a correre, a inventare modi e scuse per intercettare e trattenere flussi finanziari, ebbene no, il pensiero si posa e si sofferma con piacere, con il gusto del sentirsi a casa propria, nella terra delle dolci speranze, della infinita gioia, così, senza un motivo o uno specifico indirizzo, ci porta a immaginare un Mondo Nuovo.
    Oggi è evidente che serve un patto tra gli uomini che ridefinisca alla radice l’origine del valore, il riconoscimento del Nomisma, il vero valore, cioè la Vita, l’esistenza in sé, aldilà di ogni rappresentazione che sia cartacea o in byte, che sia garantita dalla luce eterna dell’oro o dal potere oscuro che rinasce dagli inferi per creare una fiamma, una luce effimera, il tanto amato oggi e luciferino petrolio. Credo che il riconoscere nell’altro il miracolo che siamo, sia il valore supremo di tutti i tempi, credo che non si possa indugiare oltre nel rendere questo, l’altro che ogni UNO è, la base del valore da rappresentare con una moneta nuova, chiamiamola Dio, oppure SOS, ecco si, questo potrebbe essere il nome giusto, palindromo, per cui equo fin dalla costruzione sintattica. È valore, mutuo soccorso, bilaterale e…. Vabbè, mi fermo e ti ringrazio per la pazienza di aver letto e la gentilezza che ci fai nel condividere parole e spazi.
    Un abbraccio, oppure 3, con l’auspicio che invocando questo numero davvero il 3 di aprile si possa tornare ad operare con spirito nuovo.

    1. Author

      Mi fa piacere ascoltare altri che si mettono in gioco per il futuro possibile. Siamo stati in silenzio ma adesso un po’ alla volta usciamo allo scoperto. Grazie della tua riflessione.
      PeppeEsposito

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