Napoli dei #3gigino e tempo libero. Come ti cambia l’umore.

Napoli e tempo libero. Come ti cambia l’umore.

Sono in anticipo per la presentazione a Salerno del libro sul l’intelligence scritto dal giornalista Salvatore Pignataro. Mi aspetta un pomeriggio denso di riflessioni sui servizi segreti a cura dell’associazione Ambrosoli tra autorevoli relatori e avvocati della provincia di Salerno. Quindi approfitto delle due ore di buco per fermarmi in piazza Garibaldi di fronte alla stazione centrale a Napoli, mangiare una pizza e vedere qualche scena classica napoletana e forse sentire le voci della città. I venditori ambulanti e le vetrine ricche di elettronica e pelletteria. Tutta rigorosamente falsa o “appezzottata”. Sono 10 anni che ci manco o meglio che non mi prendevo un po’ di tempo per me e per bighellonare senza meta e godermi lo spazio ed il tempo. Felice in una giornata speciale che avevo deciso di occuparmi di me e della mia città.
Appena esco dalla stazione, faccio solo una decina di passi e mi assale un senso di rabbia. Anzi due emozioni contrapposte e distanti, quasi agli antipodi. Comunque di rabbia.
La prima. Nel vedere come era ridotta la città della mia giovinezza delle mie passeggiate. Partivo sempre, da provinciale quale sono, dal caffè Mexico. La “tazzulella” riscaldata, l’odore della tostatura, il rumore delle tazzine, e la felicità di un caffè fatto solo per me. Per come eri trattato ti sentivi l’unico avventore in mezzo agli altri. Oggi è Tutto scomparso. Il Bar è ancora in piedi ma è accerchiato da extracomunitari, di varie etnie. Tutta la piazza per la verità era dominio riservato per loro. Io mi sono sentito straniero nel mio capoluogo. Un giro veloce nella piazza e poi con la paura di popoli diversi e di accampamenti stranieri di occupazione non sono riuscito a vedere la Duscesca, a mangiare la pizza a Porta Capuana. E mi sono ritirato, per meglio dire nascosto, nella stazione, alla saletta riservata ai possessori di carta fedeltà.
Arrabbiato per come è ridotta la città dei #3Gigino. Gigino de Magistris, Gigino di Maio e Gigino Cesaro. Di come l’hanno ridotta. Peggio di “mani sulla città” di Franco Rosi.

Ma poi con il passar dei minuti la rabbia cambiava direzione. Mi accusavo di tutto ciò che avevo visto. Come è possibile che per dieci anni non mi sono accorto del declino della città della cultura, degli studi, del primo treno e della tenerezza. Come non avevo e non ho combattuto i signori “ 3Gigino” del degrado.
Fare il parlamentare ti prende in esclusiva ma se fai bene il lavoro istituzionale ti porta fuori dalla realtà. Vai sempre di corsa. Non vivi più la vita del cittadino. Hai sempre troppo da fare. Non ti puoi fermare. Vivi di ricordi e di scene già vissute. Ti affidi ai giudizi di persone che ti sono vicine.
Che rabbia, ho un senso di colpa profondo. È anche colpa mia il degrado e l’invasione di Napoli.

Oggi è il primo giorno dei nuovi parlamentari. Auguri e una raccomadazione: non fatevi fagocitare dal sistema.
Oggi, peró, ho avuto anche un annconferma che la scelta di non candidarmi ha trovato un altro pilastro su cui poggiarsi.

@Peppexpo

1 commento

  1. Interessante fa proprio riflettere.
    Buona giornata

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